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Scabbia - principi (Capitolo 6.1.10)



La scabbia è una ectoparassitosi molto contagiosa, intensamente pruriginosa, caratterizzata dalla presenza di cunicoli superficiali tendenti alla impetiginizzazione; le femmine del parassita scavano un cunicolo nell’epidermide (inclinato e diretto verso lo strato basale dell’epidermide), dove deposita uova e feci. 



La scabbia è una patologia presente in tutte le razze e classi sociali; colpisce tutte le età, soprattutto i bambini ed i giovani, ed è diffusa in tutto il mondo, con una incidenza annuale attorno a 300 milioni di casi. Sebbene alle nostre latitudini sia una malattia relativamente rara, con l’aumento dei viaggi inter-continentali e delle migrazioni massicce, sta tornando una malattia relativamente frequente di cui bisogna conoscere alcuni principi fondamentali.La modalità di trasmissione principale è quella tramite contatto fisico prolungato (stretta di mano, a letto, ecc...); raramente avviene tramite fomiti, dato che l’agente eziologico fuori dal corpo umano sopravvive per un massimo di 24-36 ore.

EZIOPATOGENESI
L’agente eziologico è un artropode chiamato Sarcoptes scabiei, varietà “hominis” ed il ciclo inizia quando l’artropode adulto entra in contatto con la pelle e vi scava al suo interno un piccolo cunicolo; successivamente la femmina depone circa 40-50 uova in fondo ad esso. Le manifestazioni cliniche primarie si hanno dopo 4-8 settimane dall’inoculazione e sono secondarie alla infiammazione generata dalla lesione cutanea, ma anche dall’agente eziologico stesso che appare essere estremamente pirogeno (soprattutto la sua saliva e/o i suoi escrementi). 

Il quadro istopatologico é quello di un cunicolo con para-chetatosi ed orto-chetatosi massiva, con numerose cellule al suo interno, iperplasia, spongiosi ed esocitosi da parte di neutrofili ed eosinofili. Nella forma di scabbia norvegese possono anche svilupparsi microascessi.


CLINICA:
Le lesioni possono localizzarsi ovunque, anche se generalmente sono presenti nelle aree a bassa densità di follicoli piliferi (generalmente non oltre una dozzina di lesioni nella forma classica). Nel bambino o nell’anziano (dove il sistema immunitario è più compromesso) si possono avere lesioni anche a livello del cuoio capelluto. 
  • Prurito: rappresenta il sintomo principale, che peggiora soprattutto la notte e generalmente si manifesta in aree tipiche (spazio interdigitale, sotto l’ascella, ecc...), raramente al di sopra del collo. Il grattamento eccessivo favorisce la successiva impetiginizzazione delle lesioni. 
  • Cunicolo: se viene individuato è patognomonico della malattia; appare come un cunicolo rilevato all’interno della cute, di colore chiaro, a decorso tortuoso, generalmente di 1*10 mm. 
  • Papula/Nodulo: altamente pruriginoso, legato ad una ipersensibilità verso gli acari ed i loro prodotti; generalmente si sviluppa soprattutto a livello ascellare, nelle aree mammarie, periombelicale e/o inguinale. 
La scabbia Norvegese è una variante crostificata de nodulare i scabbia, dove il sistema immunitario dell’ospite non è in grado di far fronte all’infezione da artropodi, con diffusione importante dello Sarcoptes (anche migliaia di lesioni) e sovrainfezioni batteriche frequenti. In casi gravi può portare ad ipoestesie cutanee, neuropatie periferiche e/o danni cerebrali. 



DIAGNOSI:
Il sospetto diagnostico è prevalentemente clinico ed anamnestico; la diagnosi di certezza si effettua tramite la rimozione del contenuto del cunicolo con una lama da bisturi. Tale contenuto viene prelevato ed analizzato al microscopio ottico in KOH al 20%. La diagnosi si pone ritrovando all’interno il parassita, le uova e/o le sue feci. 


TERAPIA:
Esistono diversi farmaci che si sono dimostrati parzialmente efficaci, come il Benzoato di Benzile (emulsione al 25-30%), che viene applicato dal collo in giù su tutto il corpo; nei bambini si crea una emulsione in olio d’oliva e si effettua uno shampoo. Si effettuano due applicazioni in 48 ore, con una terza a 7 giorni di distanza. Va effettuata su tutta la famiglia, lavando anche tutti gli indumenti contaminati. 
  • Permetrina: è un agente piretoide sintetico che viene applicato topicamente in crema al 5%; permette la distruzione dei Na-voltage gated channels degli artropodi, provocando una depolarizzazione prolungata nelle proprie cellule nervose, con distruzione della neurotrasmissione. La selettività d’azione è data dalla differente struttura chimica fra tali canali e quelli umani; viene cmq sconsigliata l’applicazione a livello di cute sottile (come a livello periorbitario) e generalmente non si applica al di sopra del collo (tranne che nella popolazione estremamente a rischio di contaminazione massiva). 
  • Ivermectina: è un agente antibiotico semisintetico che viene somministrato per via orale distruggendo il funzionamento dei canali del Cloro, anche se sugli artropodi non è mai stato chiaramente dimostrato il meccanismo d’azione. Viene somministrata il primo giorno di trattamento in singola dose, ma anche a distanza di 8-15 giorni come secondo trattamento per distruggere le uova ormai mature. 
  • Crema cheratolitica: è una molecola che viene aggiunta in caso di scabbia crostiforme per facilitare la lisi della cheratosi cutanea, una maggiore azione della Permetrina ed un tasso inferiore di sovrainfezioni batteriche. 

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