La pulsiossimetria é una metodica non invasiva praticamente ubiquitaria in ICU, che permette il monitoraggio non invasivo e continuo della saturazione arteriosa. E’ una metodica non invasiva che utilizza la spettrofotometria per portare un monitoraggio non invasivo della saturazione arteriosa periferica. In questo capitolo accenneremo a quelli che sono le indicazioni ed i vantaggi nell’uso di tale metodica, ma soprattutto a quelli che sono i limiti della sua interpretazione, dato che in caso di problemi é necessario conoscere i meccanismi che portano alla formazione dell’informazione e quindi, dei suoi limiti tecnici.
METODICA:
La tecnica utilizza la spettrofotometria, che consiste nell’utilizzo di due diodi che emettono due luci adifferente lunghezza d’onda (luce rossa a 660 nm e luce infrarossa a 940 nm), con un recettore sul lato opposto del pulsossimetro. Il tessuto che si trova in mezzo fra la luce e l’analizzatore é la parte che viene analizzata, per quello che riguarda l’Hb presente nel dito a livello periferico sapendo la ossi-emoglobina (ossiHb) assorbe il colore infrarosso e la deossi-emoglobina (deossiHb) assorbe il colore rosso. La saturazione viene calcolata come il rapporto fra rosso/infrarosso+rosso, cioé:
ossiHb/(ossiHb+deossiHb)
Per evitare che venga analizzata la saturazione venosa, viene inoltre determinato solamente in segnale riscontrato durante la pulsazione arteriosa; il cambio fra sistole e diastole viene aggiunto all’algoritmo per calcolare la SpO2. L’errore fra la saturazione arteriosa periferica e la saturazione arteriosa misurata al gasometro é inferiore al 2%, con una deviazione standard attorno al 3%, e tale errore aumenta sempre di più quando la saturazione scende al di sotto dei valori di 90%.
Il captore di ossigeno può essere posizionato in varie parti del corpo, anche se generalmente si posiziona sulle dita della mano; in caso di vasocostrizione importante, con impossibilità di percepire un segnale o con un segnale pessimo, é importante posizionare il captore a livello del lobo dell’orecchio, che generalmente mostra una buona accuratezza e soprattutto detesta una ipossia in maniera più rapida rispetto al captore al dito.
LIMITI DELLA METODICA:
Uno dei limiti più importanti é legato alla forma della curva di dissociazione della Hb; essendo questa di tipo sigmoide, appare chiaro che se i valori di PaO2 iniziano a ridursi, la saturazione arteriosa é molto influenzata con piccoli cambiamenti di PaO2 ed in questo caso l’errore di detezione e di deviazione standard può portare ad importanti cambiamenti nei valori di SpO2, perché per piccoli cambiamenti di PaO2, la saturazione cambia drasticamente.
Va ricordato che esistono altre tipologie di Hb, quali la MetHb e la COHb, particolarmente presenti in caso di intossicazione da fumo (anche in caso di incendio); se si osserva la curva di assorbimento della luce, sia la MetHb che la CoHb presentano un segnale che con soli due diodi di detezione non permette di distinguere il cambiamento di rapporto fra ossiHb e deossiHb. Nel sospetto di intossicazione la metodica più affidabile è pertanto la misurazione diretta tramite prelievo arterioso, anche se si stanno sviluppando dei saturimetri con 4 diodi in grado di rilevare con alta accuratezza il segnale di metHb (errore del 2.2%) e di COHb (errore dello 0.0%).
In caso di anemia importante, i valori di saturazione risultano elevati anche se la quantità totale di ossigeno trasportata dal sangue é insufficiente; questo perché a parità di PaO2, una minore quota di emoglobina viene più facilmente saturata, ma di contro le concentrazioni arteriose di ossigeno, di cui abbiamo già avuto modo di parlare nel capitolo dedicato ai meccanismi dell’ipossia (si veda il Capitolo 3.1.3) risultano ridotte a livello assoluto.
Dato che il saturimetro misura la quota pulsatile di Hb rispetto alla quota totale di Hb (sommatoria della quota pulsatile e della quota venosa), è importante ricordarsi che in caso di insufficienza tricuspidalica severa si può avere una pulsazione venosa retrograda con il rischio di avere una SpO2 falsamente bassa. Lo stesso vale in caso di ipoperfusione periferica, quando il segnale pulsante risulta insufficiente, pertanto non viene detettato in maniera efficace; a tale riguardo, per sapere se la curva é affidabile si deve guardare sia la forma della curva (appare affidabile quando si ha una curva pulsatile che ricorda la forma dell’onda arteriosa) che l’indice di perfusione, misura presente su numerosi monitor, e che fornisce l’attendibilità del segnale che viene rilevato (generalmente deve essere superiore a 1.0 per essere affidabile). In questi casi é stato dimostrato che l’uso del saturimetro frontale che misura la circolazione dell’arteria sopraorbitale che nasce direttamente dalla carotide interna, sembra essere più affidabile dato che analizza un sistema arterioso più preservato dalla vasocostrizione periferica rispetto al resto della circolazione.
Altre limitazioni sono gli artefatti da movimento (come in caso di brividi, la presenza di un pallone intra-aortico o durante il trasporto di un paziente) o in caso di smalto colorato sulle unghie, dato che il segnale luminoso colorato appare alterato dal colore dello smalto. Infine per pazienti con leucocitosi massiva si può avere una pseudoipossiemia secondaria ad un consumo di ossigeno nel materiale prelevato per la presenza di leucoblasti metabolicamente molto attivi; si deve pertanto cercare di eseguire l'analisi subito e momentaneamente trasportarla con ghiaccio.
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